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Critiche
Caro Barberi, sono ormai diversi anni che seguo il suo lavoro pittoricoe, di conseguenza, le ricerche varie nelle quali lei via via siè impegnato. Uno sperimentalismo che non mi pare sia divagazioneo compiacenza fine a se stessa, ma uso di strumenti espressivimutevoli in funzione di uno scandaglio di possibilità differenti.Senza, cioè, volere strafare o sbalordire.E perciò sono lieto ora di constatare come la sua opera sia progressivamentevenuta maturandosi in risultati qualitativi di buonlivello, sia sul versante coloristico dal quale lei evidentemente sisente attratto in modo particolare, sia sul piano di una elaborazioneformale che si va definendo in termini di vivace rapporto fradato oggettivo e aspirazione a una personale metafora.Se dunque la sua pittura ha mostrato nel tempo alcune correzionidi rotta, ciò mi sembra un fatto positivo; a condizione, certo,che non siano né estrinseche né casuali. Attraverso queste successivericerche che mi paiono corrispondere a esigenze genuinedella sua idea di pittura, voglio dire risultanze di un impulso istintivoprima ancora che apporti della cultura (che pure non mancano),lei tende a qualificare - mi sembra - l’arabesco cromaticocome ipotesi non artificiosa di comunicazione; le forze luminosesuscitate da segni, forme e colori mostrano così l’aspirazione aporsi come fulcro di un concetto pittorico collegato al valore stessodell’emozione, e come questo aperto a ogni mutarsi improvviso.Del resto, tante sono le vie per esser moderni e al tempo stessoper istituire oggi possibili rapporti con la realtà delle cose e dell’uomo;proposte e formule contano quello che contano: ciò chevale è il linguaggio, cioè i valori espressivi immessi nel concretodell’opera, in quanto tramiti di vita interiore.Mi pare, insomma, che la sua visione figurativa abbia più di unrequisito per consentirle un’indagine artistica vivace e attuale. Inquesta serie di quadri recenti personaggi e oggetti, o magari soloevocazioni di personaggi e di oggetti, la loro parte inquietantenelle dislocazioni formali, non sono certo concepiti come occasioninarrative, ma piuttosto in quanto elementi intesi a creareimmagini su cadenze e rapporti di forma-colore.Lei dunque mostra di prendere spunto dal soggetto, un qualunquesoggetto che la sollecita in un dato momento, per renderneun equilvalente pittorico, grazie a questa non facile equazionecondotta simultaneamente su un dato cromatico, luce e materia,in un desiderio di andare oltra il puro evento decorativo e ancorpiù gli azzardi di eccessive compiacenze edonistiche.Ed è possibile dedurre, io credo, che lei veda in questo suo linguaggiola via congeniale per esprimere una scanzonata ideadelle cose, specchio di sensibilità attiva, contemplazione e scrutiniomentale. In queste sue composizioni dove il colore squilla evibra ora tagliente ora sommesso in una materia affinata da unpiacere artigiano, apprezzabilmente si definisce il suo circuitocreativo fra asprezze e dolcezze, impulsi sensuosi e quel suo spontaneosconfinare verso il grottesco fra ironia e sovrappiù espressionista.Che forse è il suo modo di prendere coscienza del veronel suo polivalente apparire.Auguri dunque, caro Barberi, che il suo lavoro documentato daquesta esposizione susciti l’attenzione che merita.Massimo Carrà.